Credo che la base delle falesie sia un piccolo microcosmo fatto di molteplici dinamiche e relazioni. Alla base di ogni falesia c’è una diversità, sia generazionale che di provenienza sociale, che difficilmente si trova in altri sport.
Quando ho cominciato a scalare, nel 2006, avevo 22 anni, la mia falesia di casa era Rocca Pendice, una serie di pareti incastrate in quella che in certi periodi dell’anno sembra una giungla, a sud di Padova nei Colli Euganei.
La prima volta che ho visto la Pietra di Bismantova non è stato per scalare ma per fare una passeggiata con quella che poi sarebbe diventata mia moglie. Di lì a poco però, avrei iniziato ad andarci a scalare quasi ogni settimana. Quando percorri la strada provinciale 19 inizi a scorgere la Pietra già nei pressi di Cavola ma è all’ultima curva che lo sguardo si alza, ogni volta, verso quel muro giallo.Mai avrei pensato che sarebbe diventata la mia falesia di casa!
La Pietra è il luogo di tante piccole avventure e di tante mattine passate a “provare i tiri”, la location di tante foto e la co-protagonista di un archivio fotografico che continua ad ingrandirsi.
La Pietra è soprattutto quel luogo magico alla cui base ho conosciuto tante persone che fanno parte della mia vita, che hanno contribuito a formarmi come scalatore, come fotografo e come uomo.